SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA
Fin dalla nascita di un bambino con sindrome di Down e in tutto il percorso di vita del figlio, la famiglia ha bisogno di trovare un sostegno psicologico, di avere informazioni corrette, di incontrarsi con altre famiglie che vivono le stesse esperienze, di essere aiutata nel suo ruolo genitoriale.
Le attività di sostegno alla famiglia sono svolte:
dalle famiglie volontarie e si esplicano attraverso:
- “primo approccio” con i genitori dopo la nascita per dare sostegno psicologico ed informazioni corrette ed utili.
- incontri tra famiglie per scambio di esperienze e di informazioni.
dalle psicologhe e si esplicano attraverso:
- incontri di formazione per famiglie o per gruppi di famiglie.
- consulenza psicologica individuale, familiare o ai fratelli.
Progetto Kevin rivolto alla formazione delle famiglie.
PROGETTO KEVIN
Il progetto, iniziato nel 2009 in seguito al triste evento della scomparsa improvvisa di Kevin Braido (ragazzo 14enne con sindrome Down), è un percorso di acquisizione di consapevolezza di cosa significhi, e come si possa, essere genitori di figli con disabilità, riconoscendo, utilizzando e sviluppando al meglio le potenzialità e le risorse che la famiglia già ha.
E’ una riflessione sul ruolo genitoriale e un percorso di formazione affinché la famiglia sia in grado di adottare comportamenti educativi capaci di stimolare la crescita del figlio, favorendone la maggiore autonomia possibile.
Il progetto propone “percorsi continuativi educativi con i genitori”:
- “percorsi continuativi” intesi come sistematicità e costante monitoraggio delle proprie modalità educative;
- “educativi” perché l’attività proposta ai genitori è educativa e non terapeutica e offre supporto ai genitori stessi nel loro ruolo educativo;
- “con” perché l’educazione è per sua natura “con” e non “per” o “sulle” persone.
Ogni anno vengono proposti due cicli di 3 incontri ciascuno per gruppo di genitori su diverse tematiche.
Nel corso degli anni varie sono state le tematiche trattate:
- “Rispettare se stessi per rispettare i propri figli”
- “L’autostima dei genitori come presupposto per l’autostima dei figli”
- “PositivaMente” per imparare a conoscere e utilizzare il pensiero positivo ed insegnarlo ai propri figli
- “Prendiamoci due momenti di respiro” al fine di conoscere e dotarsi di ulteriori nuovi strumenti e tecniche di rilassamento e di distensione che ci possono aiutare a ridurre le tensioni, lo stress psicofisico, l’esaurimento delle risorse e delle energie aumentando la capacità di rilassarsi, di entrare in contatto con sé attraverso il corpo, per star bene con noi stessi e con gli altri.
- “Comunicare insieme” per riflettere sull’importanza della comunicazione quale strumento per stare bene quando ci relazioniamo con gli altri e con lo scopo di dotare il proprio repertorio comunicativo di competenze utili per realizzare un ascolto attento e attivo.
- “Regole sì, regole no: come mi regolo con i figli?”, un invito a riflettere su cosa significa e perché è utile dire dei no ai propri figli.
- “Regole date secondo le regole: e se il figlio non le rispetta?” che aveva come obiettivi: conoscersi -Come reagisco quando non obbedisce? – ed individuare alcune caratteristiche di interventi adeguati di fronte alle trasgressioni.
- “Come favorire il rapporto tra fratelli” che ha portato i genitori a riflettere sulla propria azione educativa in presenza di più figli con l’obiettivo di favorire rapporti positivi tra fratelli, riflettendo anche sul mondo interiore dei figli sia come siblings che come sorella o fratello con disabilità.
- “Accrescere la fiducia in sé, propria e dei propri figli”, un contributo offerto a genitori impegnati a crescere figli che hanno fiducia in sé.
- “Genitori e figli studenti: quale intervento?” per accompagnare i genitori ad individuare interventi per sviluppare motivazione allo studio nei propri figli.
- “Gestire i conflitti interpersonali” al fine di offrire indicazioni pratiche che possano portare ad un miglioramento nella capacità di gestione dei conflitti interpersonali.
- “Imparare a fare e ricevere critiche” per offrire strumenti comunicativi per far capire all’altro cosa ci irrita di lui e per imparare ad accettare ed elaborare le critiche che ci vengono rivolte.
Ai cicli di incontri possono partecipare anche famiglie non socie, non appartenenti all’Associazione Down.